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La Musica nel trattamento del DSA

Recenti studi hanno rilevato come lo studio della musica (teorico e pratico) sia in grado di potenziare le competenze di lettura e comprensione del testo scritto (vedi ricerca sotto). Infatti, nelle sue diverse declinazioni, la musica assume una funzione terapeutica per le particolari finalità che essa può raggiungere nel trattamento/potenziamento della dislessia. Non è tanto l’apprendimento legato allo strumento musicale in sé, ma gli effetti che questo produce in termini di velocità, accuratezza  e comprensione nella lettura. Non si parla quindi di didattica musicale fine a sé stessa, ma di trattamento musicoterapeutico “non convenzionale*”.

Questi sono i presupposti sui quali si fonda il Programma di Trattamento Musicoterapeutico per i DSA condotto presso lo Studio Paideia. Tale programma, di durata annuale con sedute a cadenza settimanale, si pone l’obiettivo di raggiungere le suddette finalità anche attraverso un costante monitoraggio che permette di valutare i progressi e che può essere svolto contemporaneamente al classico trattamento e/o potenziamento per i DSA.  

 

 

Obiettivo della musicoterapia convenzionale non è quello di imparare a suonare uno strumento, ma imparare ad esprimere nuove parti di sé attraverso lo “strumento musica”, l’elemento sonoro in senso più lato.   

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MUSICOTERAPIA

 

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La Scienza dell’Armonia è la Musica.

I rapporti musicali esprimono la natura dell’armonia universale

e sono il modello di tutte le armonie

che esistono nell’ universo.

[Pitagorici]

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“I musicisti attivano regioni appartenenti a entrambi gli emisferi cerebrali, mentre i non musicisti coinvolgono esclusivamente zone specifiche dell’emisfero sinistro (corteccia occipito temporale di sinistra e giro occipitale inferiore di sinistra). Per i bambini dislessici l’attivazione di entrambi gli emisferi potrebbe, infatti, supplire al deficit costituzionale della regione cerebrale abitualmente coinvolta nell’ analisi visiva delle parole; diventando per loro un aiuto nei compiti di lettura.”

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RICERCA PUBBLICATA SU NEUROPSYCHOLOGIA, CONDOTTA DA ALICE MADO PROVERBIO, MIRELLA MANFREDI E ROBERTA ADORNI DELL'UNIVERSITÀ MILANO-BICOCCA E ALBERTO ZANI DELL'ISTITUTO DI BIOIMMAGINI E FISIOLOGIA MOLECOLARE DEL CNR DI MILANO.



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L'utilizzo della musica nell'ambito dell'apprendimento rappresenta un punto cardine di irrinunciabile importanza proprio perché questa stimola e migliora quegli aspetti legati intimamente alla dimensione dell'apprendimento in termini di memoria, creatività, attenzione, riflessi, espressione, comunicazione, linguaggio, nonché alla sfera dell'emotività relazione, riflessione, confronto e rispetto dei tempi e degli spazi propri ed altrui.  

 

L'elemento sonoro, coinvolgendo i suddetti aspetti, rende piacevole e costruttiva l'esperienza di apprendimento.

 

Nelle sue declinazioni specifiche è possibile farne un uso didattico, relazionale e terapeutico in base al tipo di attività ed approccio scelto dall'allievo che si accosta a questa disciplina anche per la prima volta. 

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Didattica e Propedeutica Musicale
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    Lo studio Paideia propone un laboratorio di Didattica e Propedeutica Musicale attraverso lo studio della Chitarra secondo il metodo "AlcAl II Pro", ovvero un approccio allo studio progressivo di primo livello (principianti ed intermedi) adatto a tutti gli stili di Apprendimento.
    Il principio fondante e fondamentale del metodo consiste nell'applicare direttamente allo strumento lo studio sincronico della tecnica e della teoria musicale con lo scopo di rendere più accessibile, veloce e piacevole l'apprendimento.
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Origine della dislessia, una nuova ipotesi legata al ritmo


Alle origini della dislessia ci sarebbe una difficoltà a elaborare il ritmo. Già vari ricercatori si erano accorti che il ritmo ha un ruolo nella dislessia, ma ora sono stati analizzati i motivi. La risposta che emerge dallo studio coordinato dall’Università di Milano-Bicocca è che il ritmo ci permette di prevedere il futuro immediato (circa mezzo secondo) e quindi di prepararci ad agire al momento giusto, requisito fondamentale per leggere fluentemente.

 

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Fonte: Unimib.it Mercoledì, 4 novembre, 2020

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